Tale
fenomeno può avvenire nello spazio libero (via etere) oppure
può essere confinato e facilitato utilizzando appropriate
linee di trasmissione (guide d'onda, cavi coassiali, ecc.). Le onde
elettromagnetiche, secondo la teoria di Maxwell, sono fenomeni oscillatori,
generalmente di tipo sinusoidale, e sono costituite da due grandezze
che variano periodicamente nel tempo: il campo elettrico ed il campo
magnetico.
In condizioni di campo lontano i due campi sono in fase ortogonali
tra loro e trasversali rispetto alla direzione di propagazione.
Quando un'onda elettromagnetica incontra un ostacolo, penetra nella
materia e cede la propria energia producendo una serie di effetti
diversi a seconda della sua frequenza.
Le onde, oggetto della nostra attenzione, in quanto sorgenti di
"elettrosmog", sono quelle aventi frequenze che vanno
da 30 a 300 GHz, che possono a loro volta essere suddivise in:
a) Campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse
(ELF);
b) Radiofrequenze (RF);
c) Microonde (MO).
Più nel dettaglio, i campi elettromagnetici con frequenze
comprese tra 100 kHz e 300 GHz possono essere ulteriormente suddivisi
in campi a radiofrequenze e campi a microonde: i primi aventi frequenze
fino a 300 MHz, i secondi con frequenze da 300 MHz a 300 GHz.
Gli apparati
che generano radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti a radiofrequenze
e microonde possono essere suddivisi in tre grandi categorie:
a) Riscaldatori industriali;
b) Apparati per telecomunicazioni;
c) Apparecchiature per applicazioni medicali.
La
presenza di tali tipi di radiazioni nell'ambiente esterno è
legata soprattutto a sorgenti destinate a telecomunicazioni, come
i ripetitori radio TV, ed impiegate per la telefonia cellulare,
considerando sia le stazioni radio base sia i telefoni cellulari.
Inquinamento da elettrosmog.
L'inquinamento
da campi elettromagnetici e la valutazione dei loro possibili effetti
patologici "in vivo" sono argomento di grande attualità,
come dimostrato dai numerosi dibattiti, relazioni e convegni. Il
termine "elettrosmog" è stato coniato allo scopo
di definire l'inquinamento prodotto dai campi elettrici e magnetici
generati dalle frequenze a lunghezza d'onda, estremamente bassa
(ELF), radiofrequenze e microonde, appartenenti alla sezione non
ionizzante dello spettro elettromagnetico. Negli ultimi anni al
naturale livello di fondo si sono aggiunti i campi prodotti dalle
sorgenti legate all'attività dell'uomo, innalzando così
il livello di fondo naturale di centinaia o migliaia di volte. I
maggiori imputati sono i grandi conduttori di energia elettrica,
gli impianti radar e di emittenza televisiva, i ponti radiotelevisivi
e per telefonia mobile, nonché, in misura minore, gli elettrodomestici
ed i telefoni cellulari.
A tutto ciò va aggiunto un numero esponenziale di satelliti
in orbita geostazionaria per telecomunicazioni e telefonia cellulare
satellitare globale.
La terra si trova, dunque, avvolta da un'immensa ragnatela di onde
elettromagnetiche che trasportano energia di diversa intensità
e diversa lunghezza d'onda, che, da un lato crea sviluppo e progresso,
ma al tempo stesso pone una serie di interrogativi e dubbi.
EFFETTI
NEGATIVI SULLA SALUTE
Per
esposizione ad alte frequenze sono state segnalate alcune conseguenze
patologiche, quali opacizzazione del cristallino, anomalie alla
cornea, ridotta produzione di liquido seminale, alterazioni delle
funzioni neurali e neuromuscolari, alterazioni dell'apparato muscolare.
Per esposizione a basse frequenze (frequenza 50 Hz) sono stati segnalati
effetti sul sistema visivo e sul sistema nervoso centrale, stimolazione
di tessuti eccitabili, extrasistolia e fibrillazione ventricolare.
Sono stati inoltre riscontrati altri sintomi quali cefalea, insonnia
e affaticamento, in presenza di campi al di sotto dei limiti raccomandati
(ipersensibilità elettromagnetica).
L'Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) sostiene che i dati scientifici
disponibili non forniscono alcuna prova diretta che l'esposizione
alle alte frequenze (RF) induca o favorisca la comparsa di tumori,
né che abbrevi la durata della vita. Altri studi ipotizzano
che l'esposizione a basse frequenze (ELF) provochi un aumento del
rischio di contrarre patologie neoplastiche come la leucemia infantile.
Recentemente, in Inghilterra è stato osservato un significativo
aumento dei casi di leucemia in vicinanza di linee elettriche a
corrente elevata con radiazione elettromagnetica bassa (50-60 Hz)
e con esposizione industriale a campi magnetici ed elettrici. Analogo
episodio è stato osservato nel Lazio, nella zona di Cesano.
L'Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia, assumendo
un nesso di causalità tra esposizione a campi elettromagnetici
a frequenza estremamente bassa e rischio di leucemia, soltanto un
caso ogni 400 di leucemia infantile potrebbe essere imputato all'esposizione
ai campi magnetici prodotti dalle linee elettriche.
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